da Giulia Salemi | January 1, 1970
« Tra le pagine di questo libro scoprirete una versione inedita di me. Senza filtri Instagram né linee guida da rispettare. Una Giulia politicamente scorretta come non l'avete mai sentita, o meglio letta. » « Giuro solennemente di non avere buone intenzioni » Bellissima, ironica, esotica e trascinante. Tutti la conoscono per il suo carattere solare e la battuta pronta, ma la storia di Giulia è molto più complessa di quanto lei lasci apparire: figlia di padre italiano e di madre iraniana - a cui è molto legata - nella sua vita ha affrontato tante sfide e fallimenti, ma ne è sempre uscita vincitrice. In questo libro schietto, divertente e coraggioso, Giulia si apre e racconta i chiaroscuro della notorietà, i suoi sogni, gli amori intensi e le scelte controcorrente. E svela come ha fatto a rialzarsi dopo ogni caduta.
da Aleksandra L'vovna Tolstaja
da Ellen Ullman
da Cristiana Ceci
da Vittorio Russo | January 1, 1970
«Si dice che fare un viaggio con gli occhi aperti a ogni curiosità è come leggere cento libri in una volta sola. Bene, questo viaggio asiatico è stata un’esperienza inimmaginabile. Se è vero il detto di cui sopra, parafrasandolo, potrei dire di aver letto una intera biblioteca in una volta sola. E in questa biblioteca si inseriscono queste note di viaggio, messe insieme sulla scorta di ricordi, di foto, di conversazioni e di immagini».IL LIBRO: Da Roma a Mosca, per poi salire a bordo dello «smisurato serpente» della Transiberiana e infine approdare in Mongolia. Transiberiana è il reportage ricco di foto e illustrazioni di un viaggio lungo 13 mila chilometri che valica i confini geografici e culturali che separano Occidente e Oriente. Lo scrittore ci conduce tra le sconfinate terre russe e la civiltà mongolica e ci porta con lui nei vagoni della ferrovia più lunga del mondo, l’infrastruttura faraonica che fu costruita anche grazie al contributo delle maestranze friulane, fatto noto più in Russia che in Italia e rievocato in queste pagine. Luoghi e popoli così distanti non sono mai stati tanto vicini. Un libro dal linguaggio evocativo. Un libro carico di immagini poetiche. Un libro alla scoperta dell’esotico, “selvaggio” e più autentico Oriente.
da John G. Neihardt
da Jung Chang
da Vincent van Gogh
da Dacia Maraini | January 1, 1970
Ormai adulta, Dacia Maraini riceve in dono dal padre Fosco i quaderni ritrovati della madre Topazia Alliata: un diario scritto tra il 1938 e il 1941, che racconta il lungo viaggio in nave verso Kobe e i primi anni di permanenza della famiglia in Giappone. Una scoperta inattesa, dalla quale emerge il ritratto di una donna concreta e capace di un amore così pervasivo da animare i ricordi più lontani. Grazie a quelle pagine tornano a vivere il coraggio e la generosità di Topazia, fondamenta di un rapporto madre-figlia prezioso e delicato, appena distratto dall'innamoramento per il padre bello e avventuroso. Ma i diari forniscono anche, alla donna che li legge a distanza di tanti anni, un'occasione per riappropriarsi del passato e intrecciarlo con il presente, affidando la profonda ricerca di sé alle pieghe di una vicenda familiare intima ed eccezionale.
da Carlo Ancelotti
da Teresa di Lisieux
da Luca Ward
da Juliet Macur | January 1, 1970
Nel giugno del 2013, quando Armstrong si sta disfando della sua residenza imperiale in Texas per fare fronte alle cause milionarie, Juliet Macur è lì con lui, per intervistarne la fidanzata, i figli e per ascoltare l'ennesima versione della verità. Con l'eccezione di Oprah Winfrey, che ha ospitato la confessione (parziale) di Lance in una memorabile puntata del suo show, è stata una delle poche giornaliste ad avere avuto la possibilità di avvicinare l'atleta dopo la sua caduta. Al centro di "The Fall" c'è Armstrong stesso, che si rivela nelle numerose conversazioni avute con l'autrice nel corso degli anni. Ma la sua storia acquista profondità e ampiezza grazie ai racconti di prima mano rilasciati da oltre un centinaio di persone, fra cui parenti e famigliari a cui da tempo il texano aveva voltato le spalle: il padre adottivo di cui porta il cognome, una delle nonne, una zia. Forse la più tremenda è la lunga testimonianza del suo stretto collaboratore J.T. Neal, per molto tempo influente «figura paterna», abbandonato in un momento cruciale: quando Neal stava perdendo la battaglia contro il cancro e Lance vinceva la sua, elevandosi a mito indiscusso per un'intera nazione e per il mondo dello sport. Sono stati proprio gli ex amici, quelli che costituivano l'esclusivo inner circle del campione, a tradirlo. Gli hanno inferto il colpo di grazia, rompendo il codice di omertà e silenzio che lo aveva protetto a lungo e mostrando la nuda verità sul mondo del ciclismo (anche italiano) e sul suo golden boy. Juliet Macur offre un inedito e indimenticabile ritratto – pubblico e privato – del texano dagli occhi di ghiaccio, affronta questioni scomode e fondamentali sul doping nel ciclismo e racconta, come in una tragedia classica, l'incredibile ascesa alla fama mondiale del dio Armstrong e la repentina e devastante caduta dall'Olimpo.
da Charles Bukowski
da Gad Lerner
da Alessio Boni
da Gherardo Colombo & Liliana Segre | January 1, 1970
«Per me è molto importante sentirmi sulla tua stessa strada. Perché hai vissuto ciò che io ho solo letto, e perché avendolo vissuto non hai assecondato l’istinto di rispondere all’odio con l’odio.» «Non abbiamo bisogno di eroi, serve però tenere sempre viva la capacità di vergognarsi per il male altrui, di non voltarsi dall’altra parte, di non accettare le ingiustizie.» Liliana Segre ha compiuto da poco otto anni quando, nel 1938, con l’emanazione delle leggi razziali, le viene impedito di tornare in classe: alunni e insegnanti di «razza ebraica» sono espulsi dalle scuole statali, e di lì a poco gli ebrei vengono licenziati dalle amministrazioni pubbliche e dalle banche, non possono sposare «ariani», possedere aziende, scrivere sui giornali e subiscono molte altre odiose limitazioni. È l’inizio della più terribile delle tragedie che culminerà nei campi di sterminio e nelle camere a gas. In questo dialogo, Liliana Segre e Gherardo Colombo ripercorrono quei drammatici momenti personali e collettivi, si interrogano sulla profonda differenza che intercorre tra giustizia e legalità e sottolineano la necessità di non voltare mai lo sguardo davanti alle ingiustizie, per fare in modo che le pagine più oscure della nostra storia non si ripetano mai più.
da Niccolò Palombini
da Luca Barbarossa
da Marina Abramović
da Francesco Casolo & Robert Peroni | January 1, 1970
Quando Robert Peroni, trent'anni fa, arriva in Groenlandia per battere l'ennesimo record, si sente sperduto: una famiglia in Italia, e una professione, quella di esploratore, di cui non capisce più il senso. A ridare una direzione alla sua vita sono gli inuit, vero nome degli «eschimesi»: nonostante i bianchi da anni impongano divieti che impediscono loro di vivere dignitosamente, lo accolgono come un amico, perché ogni uomo è solo se stesso e la solidarietà è un dovere. Affascinato da questa cultura, Robert si trasferisce nel centro più grosso della costa orientale, un paese di duemila abitanti, isolato nove mesi l'anno, e ne abbraccia la lingua, gli usi, le regole non scritte. Come il rifiuto di lamentarsi: la fame, il freddo, le privazioni sono accettate con il sorriso sulle labbra, perché soffrire è parte dell'esistenza. Da loro impara ad ascoltare le storie che porta il vento, la bellezza di vivere nel presente e la poesia nascosta nello sciamanesimo. "Dove il vento grida più forte" racconta l'incontro con un popolo straordinario, che ha come unica arma la dolcezza, e con una terra ostile e meravigliosa, in cui la natura è madre e matrigna, dispensatrice di vita e di morte. Robert invita noi «bianchi», che ci riteniamo depositari di una civiltà superiore ma non siamo più capaci neppure di sorprenderci, a guardare quel mondo con occhi nuovi. In fondo, chi sono i veri primitivi: noi, che in trent'anni abbiamo distrutto una civiltà millenaria, o gli inuit, che in quattromila anni non hanno mai fatto una guerra?
da Anne de Courcy
da Francesco Casolo & Robert Peroni
da Werner Herzog
da Elvio Fassone | January 1, 1970
Una corrispondenza durata ventisei anni tra un ergastolano e il suo giudice. Non è un romanzo di invenzione, né un saggio sulle carceri, non enuncia teorie, ma si chiede come conciliare la domanda di sicurezza sociale e la detenzione a vita con il dettato costituzionale del valore riabilitativo della pena, senza dimenticare l’attenzione al percorso umano di qualsiasi condannato. Una storia vera, un’opera che scuote e commuove.
da Carlo Verdone
da Antonio Caprarica